Quante volte nella pratica quotidiana ho sentito dire “ehhh, ormai Micio è vecchio, non è più attivo come una volta!”

….ma siamo proprio sicuri che sia solo quello il problema?

Cambiamenti nelle abitudini come manifestazione di dolore

Un gatto in buono stato di salute passa circa il 40% del suo tempo a dormire, Il 20% a pensare, il 15% a cacciare, Il 14% a pulirsi, il 24% a nascondersi e il 2% a mangiare.

Ora, quando notate dei cambiamenti nelle abitudini dei vostri gatti, il più delle volte essi non  sono dovuti al passare del tempo ma sono spesso determinati da una sensazione di disagio fisico, ovvero da dolore, acuto o cronico che sia e di una qualsivoglia natura, ortopedico, oncologico, infiammatorio dentistico, neuropatico o altro.

Il dolore è qualcosa di PERSONALE, SOGGETTIVO ed INDIVIDUALE che viene percepito ed espresso in modo diverso da ogni singolo individuo mediante  alterazione del comportamento. Il dolore non è solo una sensazione fisica, ma coinvolge anche il sistema emozionale e provoca SOFFERENZA.

Quando mi si chiede se l’animale sta soffrendo, la risposta è sì, se il suo comportamento si è modificato, sì, sta soffrendo, e il suo stare in disparte, mostrarsi aggressivo quando lo si accarezza o lo si vuole prendere in braccio, è il suo modo di dirci che non sta bene.

Quindi un gatto che non mostra più interesse per il gioco e per l’ambiente che lo circonda, che non salta più ai livelli superiori, o che quando lo fa cerca percorsi alternativi,  che non fa più le scale con la stessa velocità ed eleganza con cui le faceva prima, ma si ferma ripetutamente e si muove in maniera goffa, è un gatto che ha dolore!

Un gatto che esita ad entrare nella cassetta, o che elimina in parte fuori, è un soggetto che ha difficoltà a mettersi in posizione o semplicemente fa fatica  ad entrare nella cassetta stessa perché ha dolore.

Un gatto che ha un aspetto arruffato con un mantello in disordine probabilmente ha dolore alla bocca , o se si lecca solo alcune parti del corpo ha dolore ad assumere posizioni che prima teneva senza difficoltà.

Un gatto che tende ad isolarsi e  diventa addirittura aggressivo alle manipolazioni, molto probabilmente ha dolore, quindi è un soggetto che sta soffrendo  per una forma  acuta o cronica e mostra la sua sofferenza innanzitutto modificando il proprio comportamento.

Quindi non date per scontato che l’apatia o l’isolamento o la diminuita attività fisica di un animale soprattutto se non più giovanissimo, siano dovuti solo ad un fattore anagrafico. Ovviamente questo è vero per loro così come per noi: gli anni passano e gli acciacchi aumentano e proprio per questo quando ci si reca dal  veterinario questi cambiamenti vanno segnalati e descritti minuziosamente al fine di fornire informazioni utili per  orientarsi verso la probabile causa che determina dolore.

Corretto approccio terapeutico in base alla patologia che determina il dolore

L’approccio terapeutico spesso non è  solo farmacologico, ma può prevedere  modifiche dell’ambiente atte a facilitare gli spostamenti, quindi per esempio creare percorsi alternativi per favorire la salita su piani alti dove il nostro micio ha sempre amato andare, oppure procurare delle cassette con sponde più basse e con base più ampia per facilitare l’ingresso e l’assunzione di una  posizione più comoda per fare cacca e pipì, così come il controllo del peso e l’esercizio fisico aiutano a mantenere un tono muscolare che permette al gatto di muoversi con  meno difficoltà.

Vivere più a lungo, ma anche meglio!

Molto spesso quando si individuano i punti sui quali agire, nell’arco di un tempo relativamente breve c’è una ripresa delle vecchie abitudini che i proprietari notano e che fanno capire che la qualità di vita del micio è decisamente migliore. Questo credo sia l’obbiettivo che dovremmo raggiungere sempre nella nostra pratica quotidiana, una VITA PIU’ LUNGA MA ANCHE DI BUONA QUALITA’.